Jorge Luis Borges

Jorge Luis Borges

Nome reale Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, ma conosciuto come Jorge Luis Borge.

 

“AMICIZIA”

Non posso darti soluzioni per tutti i problemi della vita,
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te.
Non posso cambiare né il tuo passato né il tuo futuro,
però quando serve starò vicino a te.
Non posso evitarti di precipitare, solamente posso offrirti la mia mano perché ti sostenga e non cada.
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo non sono i miei,
però gioisco sinceramente quando ti vedo felice.

Non giudico le decisioni che prendi nella vita,
mi limito ad appoggiarti, a stimolarti e aiutarti se me lo chiedi.
Non posso tracciare limiti dentro i quali devi muoverti,
però posso offrirti lo spazio necessario per crescere.
Non posso evitare la tua sofferenza, quando qualche pena ti tocca il cuore,
però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere,
solamente posso volerti come sei ed essere tuo amico.
In questo giorno pensavo a qualcuno che mi fosse amico,
in quel momento sei apparso tu…
Non sei né sopra né sotto né in mezzo, non sei né in testa né alla fine della lista.
Non sei né il numero uno né il numero finale e tanto meno ho la pretesa
di essere io il primo, il secondo o il terzo della tua lista.
Basta che tu mi voglia come amico.
Poi ho capito che siamo veramente amici.
Ho fatto quello che farebbe qualsiasi amico:
ho pregato e ho ringraziato Dio per te.
Grazie per essermi amico.

“LA LUNA”

C’è tanta solitudine in quell’oro.
La luna delle notti non è la luna
che vide il primo Adamo. I lunghi secoli
della veglia umana l’hanno colmata
di antico pianto. Guardala. È il tuo specchio.
(Jorge Luis Borges)

“QUELLO”

Oh giorni consacrati all’inutile
impegno di obliare la biografia
di un poeta minore dell’emisfero
australe, cui la sorte o gli astri
diedero un corpo che non lascia un figlio
e la cecità, che è penombra e carcere,
e la vecchiaia, aurora della morte
e la fama, che nessuno merita,
e il vizio di ordire endecasillabi
e il vecchio amore delle enciclopedie
e delle fini mappe calligrafiche
e del sottile avorio e un’incurabile
nostalgia del latino e frammentarie
memorie di Edimburgo e di Ginevra
e l’oblio delle date e dei nomi
e il culto dell’Oriente al quale i popoli
del miscellaneo Oriente non partecipano,
e vigilie di tremula speranza
e l’abuso dell’etimologia
e il ferro delle sillabe sassoni
e la luna, che sempre cí sorprende,
e quel brutto vizio, Buenos Aires,
e il sapore delle uve e dell acqua
e del cacao, delizia messicana,
ed alcune monete e una clessidra
e che una sera, uguale a tante altre,
si rassegna a questi versi.
(Jorge Luis Borges)

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